Il preconsuntivo 2021 del settore macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma restituisce indicatori in crescita a doppia cifra. È quanto emerge dai dati elaborati da Mecs-Centro Studi Amaplast, diffusi in occasione dell’incontro di fine anno tra le associazioni di categoria Amaplast (che raggruppa, appunto, i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma), Acimac (macchine per ceramica) e Ucima (macchine per imballaggio) e la stampa di settore, svoltosi presso Villa Marchetti a Baggiovara (Modena) il 2 dicembre.
“Secondo le nostre stime, a fine 2021 la produzione dovrebbe riportarsi a un soffio dal livello pre-pandemico ovvero a 4,35 miliardi di euro, con un significativo +11,5% rispetto al 2020”, ha dichiarato il presidente di Amaplast, Dario Previero.
A trainare il recupero del made in Italy di settore è in primo luogo il mercato interno, che si ritiene chiuderà l’anno con una progressione di quasi quindici punti percentuali, fino a un valore di 1,35 miliardi. In base alla più recente indagine congiunturale, riferita ai primi nove mesi dell’anno in corso, l’incremento delle commesse dei clienti italiani riguarda soprattutto i macchinari e gli impianti completi.
Decisivo anche il traino delle esportazioni, che dovrebbero toccare nuovamente quota tre miliardi, influenzando positivamente anche il saldo commerciale. Del resto, otto dei primi dieci Paesi di destinazione dell’export italiano di settore, che insieme assorbono quasi il 60% del totale, mostrano una domanda in forte crescita, con incrementi dal +17% della Polonia al +83% della Cina.
Gli ordini raccolti nel periodo gennaio-settembre, sia presso i clienti italiani sia all’estero, assicurano una produzione per sei mesi e riguardano nuovamente in maggiore misura le macchine; il segmento dei ricambi, pur con segno positivo, appare invece meno dinamico.
Sul fronte delle applicazioni, non sorprende osservare una richiesta di tecnologia più sostenuta e continua da parte dell’imballaggio e del medicale mentre edilizia e auto mostrano una velocità più moderata.
“Naturalmente, i diversi fattori di instabilità che si sono manifestati e anche aggravati nel corso dell’ultimo anno, dal prezzo delle materie prime al difficile reperimento della componentistica, dall’incremento della bolletta energetica e dei costi dei trasporti fino alle restrizioni alla mobilità delle persone, risultano ancora irrisolti e continuano a preoccupare le aziende”, ha ricordato Previero.
Il deciso recupero messo a segno nel corso del 2021 - che peraltro aveva preso slancio già nell’ultima parte del 2020 - consente però di ipotizzare il superamento dei livelli precrisi entro il prossimo anno.
“Questo a conferma della forte capacità di reazione e innovazione delle aziende del settore, che deriva tipicamente dalla loro flessibilità. A fronte delle sfide poste dal contesto e dai mercati, le imprese hanno ancora una volta saputo sviluppare soluzioni su misura in termini di contenuti tecnologici, sostenibilità ed efficienza”, ha sottolineato Previero.