Al di là di quanto si è letto nelle ultime settimane sui giornali circa l’alleggerimento delle sanzioni all’Iran (peraltro condizionate dall’andamento dei negoziati tra l’Iran e la comunità internazionale), poco, o quasi nulla, è cambiato per il settore dei macchinari (compresi quelli per materie plastiche e gomma). Per ciò che concerne le transazioni finanziarie è stata innalzata da 40 mila a 400 mila euro la soglia entro la quale non è necessaria l’autorizzazione (mentre la notifica al Ministero è sempre obbligatoria) per i trasferimenti connessi alle operazioni commerciali con il paese.
Di fatto, per le imprese italiane l’ostacolo resta sempre lo stesso (sanzioni o no): vale a dire la sostanziale impossibilità a ricevere i pagamenti dai propri clienti iraniani, non essendovi banche italiane che si arrischiano a operare con tale nazione.
Ben più delle sanzioni, gli istituti di credito, in caso di operazioni con l’Iran, temono le reazioni degli Stati Uniti e in particolare la possibilità di finire in una lista (non ufficiale) dei cattivi.
Nell’immediato, la soluzione più semplice sarebbe quella di rendere operativa in Italia una banca iraniana. A oggi, infatti, non ve ne sono.