Il 31 ottobre è terminato il progetto europeo denominato SupercleanQ, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del settimo programma quadro e incentrato su processi e procedure per il riciclo di materiali plastici post-consumo destinati al contatto con alimenti. Più in particolare, il team di lavoro, di cui ha fatto parte anche Assocomaplast insieme ad altri 11 partner europei, ha approfondito per tre anni le tecniche di selezione, decontaminazione e monitoraggio dei processi di trasformazione del materiale plastico post-consumo per applicazioni che prevedono il contatto alimentare.
Il lavoro ha consentito di elaborare un nuovo standard di qualità sotto forma di una “Specifica Tecnica” (TS) per rPET che sarà pubblicata dal CEN nei primi mesi del 2015. Il contenuto del documento prende in considerazione un pool di cosiddetti “marker compound” - ossia di sostanze che identificano altrettanti inquinanti con cui il PET-rifiuto viene in contatto quando dismesso - che parallelamente (e non in sostituzione) ai surrogati di sostanze chimiche rappresentative delle varie classi di contaminanti che possono essere riscontrate nei contenitori in PET, proposte dai pareri ufficiali di EFSA e FDA, costituiscono un riferimento aggiuntivo per monitorare la qualità del processo. Gli inquinanti identificati nell’ambito del progetto SupercleanQ consentirebbero di testare l’efficienza dei processi e delle tecnologie di decontaminazione impiegate per la produzione di rPET per alimenti anche, e soprattutto, successivamente all’ottenimento dell’autorizzazione da parte di EFSA, che, è noto, avviene una-tantum in fase di richiesta di permesso.
Oltre al controllo di qualità del processo, altri risultati del progetto riguardano: un ulteriore sviluppo della tecnologia di decontaminazione incentrata sul degasaggio che prevede l’utilizzo di uno specifico filtro; l’impiego della tecnologia NIR (Near-infrared spectroscopy) per l’identificazione di contaminanti biodegradabili congiuntamente a tecniche di selezione che utilizzano l’analisi spettroscopica dei materiali post-consumo colorati.
Insieme ad Assocomaplast gli altri partner del progetto sono stati: British Plastics Federation, The University of Exeter, Smithers Rapra, Aliplast, Dentis, European Plastic Converters, European Committee for Standardisation, Otto Schouten, S+S Separation and Sorting Technology, Extricom e Fraunhofer Institute for Chemical Technology.