La prima generazione di dispositivi microinvasivi prototipali (una particolare tipologia di fili guida), compatibili con la risonanza magnetica, è stata sviluppata nel corso del progetto europeo Openmind, che in Italia ha coinvolto Gimac (costruttore di linee d’estrusione destinate, in particolare, ad applicazioni nel settore medicale) e Fondazione Politecnico di Milano. Si tratta di dispositivi medici prodotti con una tecnologia flessibile, che permette l’utilizzo di materiali compositi nella realizzazione di dispositivi su misura concepiti per aprire prospettive del tutto nuove nella pratica chirurgica. L’obiettivo di Openmind è quello di dare ai medici la possibilità di co-sviluppare i propri strumenti, incrementando lo spettro di applicazioni e la probabilità di successo delle operazioni chirurgiche e contribuendo al contempo a ridurre il rischio di complicazioni.

Un rilevante aspetto innovativo del progetto Openmind - che ha coinvolto anche Fraunhofer Institute for Production Technology IPT (coordinatore), Nano4imaging e Tamponcolor in Germania; Diribet in Repubblica Ceca; Iris Technology Group in Spagna; Blueacre Technology in Irlanda; ICS In-Core Systèmes in Francia - risiede nel materiale con cui vengono realizzati tali dispositivi. Con la scelta di sostituire il metallo con un materiale composito, gli strumenti risultano inerti dal punto di vista elettrico e magnetico e quindi compatibili con la risonanza magnetica (che ha l’importante vantaggio di non esporre il paziente a radiazioni ionizzanti e, al contempo, di mostrare gli organi interni con una risoluzione maggiore rispetto a quella di altre tecnologie), che da sofisticata tecnologia diagnostica si trasforma così in parte integrante di un nuovo e ancora più potente strumento terapeutico.

I risultati finali del progetto sono stati presentati di recente al laboratorio di ingegneria dei materiali dell’Università di Aachen, in Germania, dove è stata data dimostrazione della produzione di dispositivi su misura con un processo integrato. I dati, analizzati da un complesso sistema di algoritmi, permetteranno la produzione di ordini in base alle esigenze dei medici.

Lo scopo iniziale del progetto Openmind è quello di sviluppare una prima generazione di prodotti dal design personalizzato, anche in singoli esemplari, mantenendo la competitività commerciale. Nonostante l’elevato numero di operazioni micro invasive, i medici sono ancora costretti a scegliere tra una limitata gamma di prodotti “preconfezionati” non necessariamente adatti a specifiche anatomie o terapie. Per il successo di un intervento minimamente invasivo, è essenziale andare incontro alle esigenze dei medici, che devono portare avanti un compito difficile: navigare e operare dall’interno del sistema vascolare senza poterlo vedere direttamente. Per questo, avere un prodotto su misura, che rappresenti al contempo le esigenze di imaging e manovrabilità del catetere stesso, è una garanzia in più per la riuscita dell’intervento.