La trasformazione digitale c’è e riguarda ogni
settore industriale ed economico, ma non alla stessa maniera, e con velocità e
impatti diversi sulla struttura aziendale.
Ma cosa intendiamo per “digitalizzazione”? Molti addetti ai lavori
ammettono sinceramente di non riuscire a darne una definizione coerente ed
esaustiva; proviamo ad arrivarci per gradi, descrivendo il concetto secondo
l’approccio “marketplace” di PlasticFinder.
Il digitale secondo PlasticFinder
Il concetto di digitalizzazione è spesso confuso (in modo limitativo) con
l’utilizzo di tecnologie che favoriscono i processi produttivi e di archiviazione,
legate quindi alla parte industriale del mondo delle plastiche: macchine
intelligenti che raccolgono dati e ne consentono l’analisi e l’utilizzo in
tempo reale, tracciando l’intero processo (Industry 4.0). Potremmo definire
questo ramo della digitalizzazione come “smart factory”.
Ci sono però altre due componenti per così dire più fluide della digitalizzazione: definiamole “smart energy” (sistemi più performanti anche nell’utilizzo e nel risparmio energetico, e nella riduzione degli impatti) e, ciò che più qui ci interessa, “smart service”, cioè le infrastrutture e le reti al servizio dell’integrazione aziendale, sia interna che soprattutto esterna (trasformazione digitale della supply chain, ad esempio).
In sostanza, e con una visione ancora più generale, quando si parla di digitalizzare l’impresa si parla anche di adottare un sistema di pensiero economico e sociale completamente differente, che parta dalla struttura stessa dell’azienda e che coinvolga l’intero modello di business.
Se consideriamo una parte della Supply Chain, quella degli acquisti e delle vendite, possiamo identificare la “Sales and Procurement Digitalization”, che trova una delle sue realizzazioni più complete nell’e-commerce B2B.
Identifichiamo in questo campo tre livelli di digitalizzazione: il negozio online di un produttore o di un distributore; la e-platform di annunci, con offerte e richieste di prodotti; il vero e proprio market-place “Amazon-like”, in cui la compravendita di prodotti (nel nostro caso polimeri) si realizza completamente, con annessi servizi di supporto ai pagamenti e di logistica integrata.
È chiaro che il livello di “disruption” rispetto all’approccio tradizionale aumenta esponenzialmente passando dal primo al terzo esempio citato: il marketplace rappresenta il vero mercato on-line, aperto, libero, concorrenziale e quindi competitivo (ovviamente regolato da un preciso contratto di utilizzo).
www.plasticfinder.it
Marketplace, dunque, con prezzi pubblici e disponibili online (per un
business trasparente, leale, fidelizzato e attrattivo), corredato di servizi
integrativi quali la sicurezza delle transazioni, la logistica integrata e
finanche la promozione del concetto di Life Cycle Assessment a vantaggio
dell’economia circolare: aspetti che connotano un nuovo modo di fare business
nel mondo delle materie plastiche, che potremmo definire "digitalizzazione
trasparente, competitiva e sostenibile".
PlasticFinder: digitale ed economia circolare
L’opportunità per i business leader è rappresentata dalle modalità con cui si integrano
persone e tecnologie, con l’obiettivo di reinventare gli attuali processi
di business e automatizzarne altri utilizzando tecnologie emergenti, quali
Artificial Intelligence e automation, in grado di poter beneficiare di un
bacino di forniture e di possibili sbocchi enormemente più vasto e di poter
compiere rapidamente scelte alternative.
Un obiettivo cruciale che l’industria delle materie
plastiche può perseguire per questa via è la compresenza di digitale e
sostenibilità.
La piattaforma www.plasticfinder.it
è in grado di operare come una blockchain, tracciando in modo univoco i singoli
lotti di prodotti transati, configurandosi come fornitore di tecnologie e di
servizi enabling (cioè abilitanti) per l’economia
circolare e per lo sviluppo di nuovi modelli di business.
Certificato da CSI Cert (gruppo IMQ) (certificazione numero
#001) come primo "distributore di materie prime plastiche riciclate”
per quanto concerne materie prime secondarie, sottoprodotti e plastica da
sottoprodotti, PlasticFinder offre agli utenti la certezza che ogni prodotto
acquistato (o venduto) sul portale rispetti i requisiti dello standard
UNI10667-1 sul riciclo e recupero dei rifiuti di plastica e sottoprodotti di
materie plastiche, nell’ottica di garantire trasparenza e tracciabilità ad ogni
livello della filiera, dal riciclatore al produttore di compound in plastica
rigenerata.
Il concetto di blockchain utilizzato dal portale rende quindi davvero a portata di mano il connubio perfetto tra digitalizzazione ed economia circolare, ovvero tra innovazione e rispetto per l’ambiente.
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